sabato 14 luglio 2007






Oggetto: “TESORI DI FATTORIA” –- 6° FESTA DELL’AGRICOLTURA - Mostra Mercato – Degustazione prodotti tipici - Giulianova (Teramo), 27-28-29 luglio 2007. Tutte le sere dalla ore 20:00.


La tradizionale mostra mercato dei prodotti tipici locali è giunta alla sesta edizione. Il più significativo evento, tra quelli che si svolgono in Regione e sicuramente in Provincia di Teramo, che valorizza e promuove il vasto comparto della produzione e trasformazione enogastronomica e agroalimentare di qualità non industriale. Ha ottenuto, nella passata edizione, uno straordinario successo di pubblico: 40.000 visitatori hanno potuto apprezzare la produzione agroalimentare di oltre 100 aziende del settore provenienti da tutta la Regione Abruzzo.

La CIA di Teramo crede molto e impegna le sue forze per centrare l’obiettivo prefissato che è quello di diffondere la conoscenza del prodotto sano e di qualità – dichiara il suo Presidente - mediante l’organizzazione di assaggi guidati (degustazioni), spiegando come riconoscere le qualità dei diversi prodotti, i loro pregi e le loro specificità. La realizzazione della festa – continua il Presidente provinciale, Giorgio De Fabritiis – sarà incentrata attorno alla valorizzazione del prodotto tipico, contornata anche da momenti di intrattenimento e animazione con gruppi folcloristici locali. Inoltre sarà allestita l’area didattica con la Mostra fotografica sull’attività contadina e il Percorso del progetto “Scuola in Fattoria” per i più piccoli.

L’indicazione del sito di realizzazione (Giulianova alta (TE) – centro storico) è stata dettata soprattutto dalla bellezza del luogo e dalla sua posizione strategica come località turistica, che proprio in quei giorni registrerà una forte presenza di turisti. Uno spazio sarà riservato per la promozione delle aziende agrituristiche Teramane, in cui distribuire materiale pubblicitario e/o prodotti trasformati.

Da quest’anno, per onorare la memoria del compianto Presidente provinciale della CIA di Teramo, Massimo Cerasi, scomparso prematuramente lo scorso 1 ottobre del 2006, Tesori di Fattoria - manifestazione ideata e portata avanti proprio dallo stesso Massimo Cerasi – lo onorerà invitando i produttori della CIA dalle varie regioni d’Italia. La manifestazione “Tesori di Fattoria-2007” assumerà la denominazione di evento nazionale per la CIA italiana.
Per i produttori che vogliono aderire alla manifestazione, devono contattare il resp. Tecnico: Luciano Palandrani, presso la sede di Giulianova, via ruetta scarafoni, 1(zona tribunale) – 64021 Giulianova. Tel. 085/8006064 – 347/3358770 (ci sono ancora dei posti disponibili)

Nota di Servizio:
La prossima settimana, lo staff della Cia di Teramo, comunicherà la data e la sede dove si svolgerà la conferenza stampa di presentazione. Per gli organi di stampa sarà previsto un personale ricordo e degli omaggi inerenti la manifestazione in oggetto.
Per la CIA di Teramo: Walter De Berardinis
Via Giovanni Amendola, 29/A
64021 – Giulianova alta (TE)
Telefax: 085-8008105
Mobile: 328-5811626

domenica 8 luglio 2007

Benedizione Pasquale nelle case dei giuliesi


Per la tradizionale benedizione pasquale, il Parroco di Giulianova dona un quadretto della Madonna

In occasione del 450° anno dall’apparizione di Maria SS. Dello Splendore

Di Walter De Berardinis

E’ stata una bella idea e un originale regalo, quello fatto dal Parroco della Parrocchia di San Flaviano, Don Domenico Panetta, in occasione della tradizionale benedizione pasquale in tutte le case della sua parrocchia. In occasione del 450° anno dall’apparizione di Maria Santissima dello Splendore (1557-2007) apparsa all’umile contadino, Bertoldino, la Parrocchia ha realizzato un quadretto con l’immagine della Madonna e sullo sfondo la cupola del Duomo di San Flaviano. Il dono è stato recapitato a tutte le famiglie che rientrano nella Parrocchia, la parte alta della città ad esclusione delle zone periferiche come: Case di Trento e Colleranesco. Dietro al quadretto è stata invece riportata una preghiera, con l’approvazione ecclesiastica del compianto Vescovo, Vincenzo D’Addario – nel 2005 -. La preghiera riportata è la seguente: “ A Te, o Padre che per mezzo di Gesù Cristo, “irradiazione” della Tua Gloria, nello Spirito Santo, hai reso la Vergine Maria riverbero del Tuo mare di luce, onore, lode e gloria. Maria SS.ma dello Splendore, manifesta ai Tuoi figli, come all’umile bertoldino, il tuo amore di Madre. A Te, Madre di Dio e Madre nostra ci affidiamo con tutto il cuore. Implora la benedizione con tutto il cuore. Implora la benedizione di Dio sul Popolo giuliese, ravviva la fede nei nostri cuori, proteggi tutti coloro che ricorrono a Te, custodisci e rafforza l’amore delle nostre famiglie, attira i giovani a Gesù, sostieni gli anziani, conforta i malati, accompagna i nostri cari defunti nello splendore di Dio. Per Gesù Cristo nostro Signore. Amen.” . Per i giuliesi e non solo – afferma Don Domenico Panetta– la Madonna dello Splendore è nel cuore di tutti, mi sembrava giusto che la Parrocchia, di cui sono il pastore, debba contribuire con queste forme di coinvolgimento. Ci tenevo anche ad apporre la preghiera e l’invocazione alla nostra Madonna in occasione del 450° anno dalla sua apparizione e anche perché l’autorizzazione alla sua pubblicazione era stata data dal compianto Vescovo di Teramo, Vincenzo D’Addario, scomparso troppo presto da questa terra. E’ stato anche un motivo in più per entrare dentro le case delle famiglie che fanno parte della mia parrocchia, una doppia benedizione pasquale – conclude il Parroco - per far entrare nelle loro case la luce che irradia la Madonna SS. Dello Splendore.

Storia Politica di Giulianova, ultimi decenni

Tesi su Giulianova
MAPPA POLITICA DELLA CITTA’
di Maria Chiara Pignoloni

Dagli anni cinquanta il Comune di Giulianova, tranne una breve parentesi (nel 1966) di 18 mesi di centro-destra, guidato dal senatore Pietro De Dominicis, è stato governato dalle sinistre, segnatamente Pci e Psi. Evidente, dunque, che lo sviluppo della città, soprattutto dal punto di vista urbanistico e turistico, abbia risentito di una determinata impostazione ideologica.
E’ importante sottolineare il fatto che i giuliesi abbiano avuto, nel corso degli anni, diverse legislature in cui il Pci godeva di una maggioranza assoluta. Ma quello era prevalentemente un voto non tanto a favore del Pci, quanto contro il Psi, descritto come il partito causa di tutti i mali della città. Il Psi rappresentava, quindi, per i comunisti un alibi su cui scaricare quello che la gente criticava. Questa “politica” ha retto sino al 1990 quando, il Pci perse tre seggi, da 16 a 13 e la Dc risalì a quota 10. Il Psi, invece, riusciva a mantenere i suoi seggi. Questo fu un chiaro segnale che i giuliesi lanciarono: il pese chiedeva un cambiamento. Il compromesso storico, da opporre al centro-destra alle elezioni amministrative del 1995, si rivelò utile anche a Giulianova. A fronteggiarsi si ritrovarono, infatti, due ex-Dc.
Nel raggruppamento di centro-sinistra il candidato prescelto fu l’avvocato Berardo D’Antonio, presidente del Giulianova Calcio, proveniente dalla ex-Dc.
Il Progetto Giulianova (Ccd, Forza Italia, Popolari di Buttiglione, Alleanza Nazionale) scelse come candidato-sindaco il dottor Giancarlo Cameli, stimato chirurgo dell’ospedale giuliese.
Alle elezioni la sinistra si presentò, quindi, spaccata, con due candidati sindaco: il Pds designava Gianfranco Arboretti a succedere a sé stesso.
La destra degli irriducibili rimase ancorata all’Msi, presentando quale proprio candidato il prof. Salvatore Tringali.
Le liste che si presentarono per il rinnovo del consiglio comunale furono otto: Alleanza Nazionale; Centro cristiano democratico, Forza Italia/Polo popolare; Verdi; Partito Democratico della Sinistra; Movimento Sociale; Partito Comunista; Patto dei democratici/Popolari.







DUE PREMESSE:
1) Il nuovo sistema elettorale (referendum 9 giugno 1991).
La rivoluzione elettorale sancita il 9 giugno del 1991 fece sì che fossero direttamente i cittadini ad eleggere il Sindaco di Giulianova, contestualmente all’elezione dei consiglieri comunali.
Su una stessa scheda, infatti, l’elettore trovò, separatamente, i candidati a Sindaco e i contrassegni delle liste dei candidati a consiglieri.
Ciascun candidato a Sindaco poteva essere collegato ad una o più liste e tale collegamento era espresso graficamente da uno o più simboli di lista posti accanto al nome del candidato indicato come Sindaco. Il Sindaco eletto sarebbe stato quello che avrebbe ottenuto il 50%+1 dei voti (maggioranza assoluta). Se nessun candidato avesse raggiunto tale soglia, si sarebbe proceduto ad un secondo turno (ballottaggio) a cui sarebbero stati ammessi i due candidati più votati. Anche al secondo turno, accanto al nome del candidato Sindaco, sarebbero comparsi i simboli delle liste collegate.
Per l’elezione dei consiglieri comunali, era previsto lo scrutinio di lista: alla lista o alla coalizione di liste tra loro collegate che avrebbero ottenuto almeno il 50%+1 dei voti, sarebbe stato attribuito il 60% dei seggi. Le altre liste si sarebbero divise il restante 40% dei seggi.
All’interno di ciascuna lista l’elettore poteva esprimere un solo voto di preferenza.
Dall’analisi di queste regole era facile intuire che il partito in sé e per sé non avrebbe assunto più un ruolo di assoluta preminenza nella vicenda elettorale.
Il nuovo sistema scoraggiava, quindi, il pensare alle liste elettorali con la vecchia logica politica: sarebbero prevalsi, invece, i programmi e soprattutto, i singoli candidati.


2) Elezioni Europee, 12 giugno 1994: come votarono i giuliesi.
I risultati delle elezioni Europee del 12 giugno 1994, rappresentarono l’ultimo test elettorale a Giulianova e portarono al primo posto Forza Italia con 3.755 voti. Al secondo posto, retrocesse il Pds (3.384 voti) e terzo partito a Giulianova divenne Alleanza Nazionale con 2.056 voti. Va ricordato che il gruppo del Ccd, in questa circostanza, non presentò un proprio candidato in una lista autonoma, ma l’onorevole Casini, che “correva” per il Collegio che prevedeva anche l’Abruzzo, era inserito nella lista di Forza Italia. I Popolari, dal loro canto, si piazzarono al quinto posto (con 688 voti),dopo Rifondazione comunista (1.058 voti).


Elezioni Amministrative 1995, i programmi elettorali.
I programmi elettorali dei quattro candidati alla carica di Sindaco erano tra loro molto simili:
- programma di D’Antonio: casa –incentivare un settore in difficoltà ridimensionando i costi delle abitazioni; turismo –incremento delle strutture ricettive; occupazione –sviluppo delle attività produttive; ambiente –risanamento dei lungofiumi; porto e pesca –potenziamento del mercato ittico; commercio –adeguamento alle nuove esigenze del mercato; lavori pubblici –priorità per le opere di viabilità; cultura –manifestazioni culturali e ricreative per tutto il corso dell’anno; zona Annunziata –inserimento di strutture di servizio; nomadi –“rispetto delle regole del vivere civile”; servizi –maggiore efficienza dei servizi comunali; volontariato –potenziamento delle strutture già esistenti.
- programma di Cameli: revisione del Piano regolatore –assicurare la casa per tutti ed in tempi brevi; settore turistico –nuovo assetto del territorio e rivitalizzazione del Centro storico; occupazione –nuovo impulso all’avvio di opere pubbliche e private.
- programma di Arboretti: turismo –realizzazione di nuovi impianti; pesca –realizzazione di infrastrutture e servizi portuali inerenti le attività della marineria; artigianato, piccola e media industria –previste nuove aree per tali insediamenti produttivi; edilizia –completare rapidamente l’iter del Piano regolatore.
- programma di Tringali: nuovo modo di amministrare che scaturisca dall’analisi dei fattori che hanno generato la crisi socio-economica-politica del precedente sistema; potenziamento delle attività culturali; revisione del Piano regolatore; ordine pubblico; incentivazioni attività produttive artigianali, piccola e media industria, ai fini turistici ed occupazionali; ammodernamento dei servizi per l’attività della pesca; potenziamento strutture per la nautica da diporto; attività assistenziali e razionalizzazione del volontariato; difesa delle strutture e servizi sanitari della città; incentivazione per la diffusione dell’agriturismo; riabilitazione del Centro storico in termini abitativi e turistici.

23 aprile 1995: le elezioni amministrative. I risultati delle votazioni del 23 aprile, per quanto riguarda i voti ottenuti dagli aspiranti alla carica di Sindaco, furono i seguenti: l’avvocato Berardo D’Antonio, candidato Sindaco della lista Patto Popolari al primo turno, ottenne 1.167 voti, pari al 7,8% e si piazzò al terzo posto dopo Cameli (6.844 voti) ed Arboretti (6.518 voti) e prima di Tringali (375 voti).

Quindi, in percentuale:

1. Giancarlo CAMELI
6.844 voti
45,7 %
2. Gianfranco ARBORETTI
6.518 voti
43,6 %
3. Berardo D’ANTONIO
1.167 voti
7,8 %
4. Salvatore TRINGALI
375 voti
2,5 %

Si nota chiaramente come nessun candidato Sindaco abbia ottenuto al primo turno la maggioranza assoluta e cioè il 50%+1 dei voti totali. Per cui, come stabilito dal sistema elettorale, si dovette ricorre al ballottaggio tra i due candidati più votati: Cameli e Arboretti. Il ballottaggio era previsto per il 7 maggio, data già stabilita per le votazioni Provinciali.


Il pre-Ballottaggio. Prima di commentare il risultato definitivo delle elezioni amministrative, bisogna sottolineare un aspetto che si rivelò decisivo, sia per il risultato in sé e per sé, sia per questioni che si sollevarono in seguito all’insediamento della nuova giunta comunale. L’avvocato Berardo D’Antonio (che al primo turno guadagnò il terzo posto) decise di apparentare la propria lista con quella di Arboretti.
Questa sua decisione fu ben vista dagli ambienti della sinistra che la ritennero una scelta coerente con la posizione politica del candidato, il quale aveva da tempo abbandonato la Dc e non aveva mai aderito né al Centro cristiano democratico, né al Ppi. Inoltre, il suo gruppo era esclusivamente formato da gente di sinistra, facente riferimento al Patto Segni, ai Popolari di Bianco, ad Alleanza Democratica e ai socialdemocratici di sinistra. In caso di vittoria di Arboretti, D’Antonio avrebbe ricoperto la carica di vice-sindaco con delega all’industria, commercio, artigianato e turismo.
Dagli ambienti della destra, invece, la posizione dell’avvocato, venne vista come un tradimento in quanto D’Antonio proveniva da una famiglia da sempre di origini moderate ed era imparentato con il professor Giulio Belfiore, noto per la sua tenace opposizione al Pci nei 18 mesi in cui è stato capogruppo consiliare con Pietro De Dominicis sindaco. Inoltre, cosa ben più importante, la destra giuliese continuava a ribadire il fatto che i voti personali di D’Antonio, egli li aveva ottenuti da gente non di sinistra o, comunque, né pidiessina né comunista. Peraltro, il feroce attacco portato contro la giunta di sinistra uscente (capeggiata dallo stesso Arboretti), era stato dovuto proprio a D’Antonio.

7 maggio 1995, una data storica. Il risultato del ballottaggio vedeva Giancarlo Cameli eletto nuovo Sindaco di Giulianova con il 51,11% contro il 48,89% di Arboretti. Questo significò l’attribuzione di 12 seggi alla maggioranza e dei restanti 8 alla minoranza.
Dalle urne uscì un voto in controtendenza con quello espresso dai giuliesi alla provincia, dove il candidato del centrosinistra, Claudio Ruffini, fu votatissimo. Era chiara ed inequivocabile, dunque, la valenza locale del voto espresso dai giuliesi. Avevano voglia di cambiare, di vedere la città rinnovarsi sotto tutti gli aspetti, dal punto di vista urbanistico a quello turistico e dell’occupazione, soprattutto giovanile. I giuliesi non cedettero, dunque, ai cambiamenti che il sindaco uscente, Arboretti, cercò di ribadire prima delle votazioni.


Perchè ha vinto il centro destra.
La storica vittoria del centro-destra è stata possibile, tra gli altri motivi, per due fattori fondamentali:
1) lo straordinario consenso personale riscosso da Giancarlo Cameli;
2) la collocazione dell’allora Ppi, nel polo di centro-destra, persino anticipando le scelte nazionali.
Soprattutto il primo di questi due motivi, va letto in concomitanza con la lettura del sistema elettorale che, come già detto, esaltava le persone più che i partiti o gli schieramenti politici.


Perché ha perso il Pds.
Nella relazione introduttiva al Congresso del Pds, letta da Ruffini, ma espressione di tutto il partito, in quattro punti vennero racchiusi efficacemente i motivi della sconfitta alle elezioni comunali giuliesi del 1995.
1) Nello stesso giorno i giuliesi votarono per Ruffini e per Cameli. Al Comune, vennero voltate le spalle al Pds. Ad ogni considerazione politica e storica prevalse l’evidente voglia dei giuliesi, di voler cambiare a tutti i costi. Un voto, quindi, meditato, mirato, quasi una punizione.
2) Ebbero un peso notevole i mancati accordi della vecchia giunta che accompagnarono la decisione di affidare l’incarico per la redazione del nuovo Piano regolatore.
3) I rapporti del Pds con i tradizionali alleati si rivelarono sempre più difficili.
4) Il clima di insoddisfazione e di critica creatosi attorno all’amministrazione comunale cominciava a logorare anche gli stessi esponenti del Pds.
La nuova amministrazione comunale.
La giunta era nuova, non solo perché appena formata, ma anche perché, dopo interi decenni, si era completamente rinnovata nel “colore” e nell’impostazione del lavoro. Si ritrovava senza precedenti, né punti di riferimento. Era come se dovesse imparare tutto dall’inizio.
I cittadini si aspettavano molto da questa nuova amministrazione comunale e molti speravano di vedere delle novità in tempi brevi. Ma non fu così semplice, e per dimostrare le effettive difficoltà riscontrate, la nuova giunta, attuò subito l’operazione-trasparenza nei confronti dei cittadini. Prima di mettere mano a delibere e bilanci, prima di avviare la macchina amministrativa, sindaco ed assessori, tracciarono un quadro molto dettagliato della situazione esistente e la resero pubblica. Così i giuliesi vennero immediatamente messi a conoscenza del bilancio, delle spese, dei debiti accumulati e delle soluzioni proposte per saldarli, ecc.
Intanto l’opposizione si divertiva a pronosticare i mesi di vita che avrebbe avuto la nuova giunta.


IL 1996.

Le amministrative giuliesi nel contesto locale e nazionale un anno dopo.
Ad un anno di distanza, le elezioni politiche del 1996, restituirono la città al centro-sinistra.
L’anno precedente, il voto giuliese non fu in controtendenza con quello nazionale, come qualcuno frettolosamente commentò. Fu, anzi, in perfetta sintonia. Vinse, infatti, il centro-sinistra sia alla Provincia che alla Regione. Infatti, al ballottaggio, ottenne la maggioranza il candidato del Pds alla presidenza della Provincia, Claudio Ruffini; ma al contempo ottenne la maggioranza anche il candidato sindaco del centro-destra, Giancarlo Cameli. Si sottolinea, quindi, ancora una volta, come quello comunale era un voto specifico, mirato, ponderato.
Per le elezioni politiche del 1996, confluirono nell’Ulivo, oltre al Pds, anche partiti di centro cattolici e laici. La vittoria del centro-sinistra a Giulianova, per questo, fu anche la vittoria di quei moderati che da tempo proponevano un accordo di questo tipo. Si trattava, infatti, della vittoria del Pds e della sconfitta della sinistra di Rifondazione.





L’anno della crisi.
Nel febbraio del 1996, già si iniziarono a sentire le prime, vere, difficoltà amministrative. Dalla maggior parte delle forze politiche che componevano la giunta del centro destra (escluso solo Forza Italia) arrivò la richiesta di effettuare una riunione di verifica della maggioranza, resasi necessaria soprattutto in seguito alla richiesta del Cdu di avere un assessorato. Nel maggio 1996, la situazione politica a Giulianova iniziò ad evolversi. La maggioranza iniziò a cercare nuove alleanze, a guardare sempre di più al centro. Ma fu la data del 26 luglio che aprì definitivamente la crisi dell’amministrazione comunale. Il gruppo consiliare del Cdu condannò apertamente la giunta, coinvolgendo pienamente anche il sindaco, esponente dello stesso Cdu. Il motivo dell’avversione fu la cattiva gestione della città che l’amministrazione stava portando avanti.
Il sindaco Cameli, quindi, annunciò un rimpasto che avrebbe modificato la giunta nel modo seguente: un Assessore per ogni partito più due “esterni” scelti dal sindaco quali uomini di fiducia. La reazione più decisa a questa proposta, arrivò da Rifondazione comunista che chiese elezioni anticipate.
Nell’agosto 1996 la crisi comunale si spostò su livelli più alti, quelli provinciali; e a Giulianova, presso l’abitazione del sindaco, si riunirono i segretari provinciali dei partiti del Polo (Cdu, Forza Italia, Ccd e An) con l’aggiunta del senatore di Forza Italia, Di Benedetto. Venne abbandonata l’idea del rimpasto.
Il Cdu continuò a sostenere la propria posizione, e cioè quella di voler modificare la giunta e, in alternativa, minacciò di togliere l’appoggio alla maggioranza.
Da parte sua, il Ppi chiese un cambiamento radicale o le dimissioni del sindaco.
Intanto a dimettersi furono in tre: Poltrone lascia An, Melchiorre il Ccd, Laudadio si dimise dalla carica di presidente del Cdu giuliese.
Gli esponenti del Pds, intanto, scartavano la proposta delle elezioni anticipate perché avrebbero portato a Giulianova più danni che effettivi miglioramenti. Innanzitutto si trattava di spendere 600 milioni (di lire) per le consultazioni, che sarebbero, di conseguenza, stati sottratti alla soluzione dei problemi cittadini; in secondo luogo, Giulianova avrebbe avuto quasi un anno di commissario prefettizio; il Piano regolatore sarebbe stato bloccato e ci sarebbero voluti altri due anni per riorganizzare tutta la macchina amministrativa.
Rifondazione, nonostante ciò, continuava a chiedere elezioni anticipate, e puntava su un suo candidato a sindaco, Antonio Macera.
Il sindaco Cameli, dopo una lunga ed attenta analisi della situazione politica e locale, maturò la decisione di dimettersi dal Cdu e di dichiararsi indipendente di Centro. Tale scelta non fu dettata da alcun contrasto con i dirigenti del Cdu a nessun livello né, tanto meno, da una presa di distanza dal sistema di valori che i partiti di ispirazione cristiana avevano da sempre rappresentato. Questa scelta derivava dalla sua tendenza a porsi spesso al di sopra delle parti politiche e dalla sua voglia di presentare alle successive elezioni amministrative un unico punto di riferimento del Centro moderato. L’idea era quella di andare “oltre” il Polo, e cioè di estendere i confini dell’intesa ad altri soggetti che si trovavano nel centro-sinistra, e comunque, ad una fascia elettorale di “confine”. Questo, a Giulianova, era già accaduto nelle amministrative dell’anno precedente, quando, sulla persona di Cameli si riversarono molti più consensi di quelli raccolti dai partiti del centro-destra. L’intenzione di Cameli era, dunque, quella di diventare un punto di riferimento per tutti.
La crisi amministrativa non produsse nulla di buono per molto tempo. Servì solo ad acuire problemi già esistenti: quello della disoccupazione giovanile, della terribile paralisi dell’edilizia e delle conseguenze che la stessa portò alle condizioni economiche giuliesi, ecc.
In seguito, si intravidero parziali miglioramenti dovuti a dei piccoli rimpasti in giunta.

Elezioni amministrative 1999.
Alle successive elezioni amministrative della primavera del 1999 le liste della Casa delle Libertà (AN, FI, CCD, MSI-FT) e la nascente Lista Civica (Giulianova 2000) saranno decisive per decretare nuovamente la vittoria di Cameli. Il centro-sinistra si presenterà spaccato: tutta la sinistra (SDI, PdCI, PRC, Verdi, I Democratici per Prodi e i DS) candiderà l’ex parlamentare giuliese, Franco Gerardini (ex PCI, ex PDS e poi DS). I centristi si presentano da soli con Antonio Ragionieri (ex DC), PPI e Lista DINI. Il quarto candidato a ricoprire la carica di Sindaco sarà il dott. Di Cristofaro (ex Msi, ex Msi-Ft e poi FN). L’obiettivo degli ex DC, il PPI e Lista DINI, sarà quello di approfittare dell’attuale situazione di difficoltà del centrodestra, in modo che in un eventuale ballottaggio, il PPI avrebbe fatto pesare i voti per l’una o l’altra coalizione.
Ma questo non avvenne perché Cameli vinse al primo turno. Il 14 giugno del 1999, infatti, sarà riconfermato Sindaco il dott. Giancarlo Cameli:
1. Giancarlo CAMELI
8.081 voti
55,79 %
2. Franco GERARDINI
5.516 voti
38, 08 %
3. Antonio RAGIONIERI
599 voti
4,13 %
4. Paolo DI CRISTOFARO
289 voti
2 %
Ma i dissidi all’interno della maggioranza continueranno anche nella nuova legislatura, fino a quando, nel novembre del 2003, quattro consiglieri della Lista Civica Giulianova 2000, si dimetteranno, facendo cadere automaticamente il cosiddetto “Cameli bis”.
Poche settimane dopo, verrà nominato un Commissario Prefettizio il quale traghetterà (non senza problemi) la città di Giulianova fino alle votazioni del giugno 2004.

Bibliografia Ti ho indicato il materiale che ho consultato, rimettici le mani tu che sei più pratico di me!! Grazie!!

- “Piccola Città”, Settimanale di Radio G; Giulianova.
n. 77, 78, 80, 82, 84, 86, 104, 105, 111, 114, 121, 123, 124, 126, 128, 134, 135, 136, 137, 139.

- Piccola Opera Charitas, quadrimestrale di informazione e cultura della Fondazione Piccola Opera Charitas – onlus ANNO VI – Numero 2 – Maggio-Agosto 2006.
Siti consultati:

www.comune.giulianova.te.it
www.giulianovaweb.it
Chi è Maria Chiara Pignoloni
è nata il 25 maggio del 1984 a Giulianova.
Dal 1995 al 1998 ha studiato Pianoforte presso il Conservatorio di Musica “U. Giordano” di Rodi G.co (sez. staccata di Foggia), dove ha conseguito la licenza di Teoria, Solfeggio e Dettato Musicale.
Ha frequentato il Liceo Scientifico “Publio Virgilio Marone” di Vico del Gargano.
Nel 2006 ha collaborato con l’Ufficio Stampa dell’Associazione “Comitato Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto”.
Studia dal 2003 presso l’Università degli Studi di Macerata, dove ha conseguito la Laurea in Scienze della Comunicazione. Attualmente è iscritta al Corso di Laurea Specialistica in Comunicazione Multimediale – indirizzo Editoria.

Sarcofaghi per Riccitelli e Cermignani


La Città di Giulianova ricorda due personaggi illustri

Riccitelli e Cermignani saranno ricordati con due sarcofaghi.

Di Walter De Berardinis

E’ stato lo studio dell’Architetto, Giovanni Vaccarini, ad aggiudicarsi il 1° premio del Concorso indetto dall’amministrazione comunale di Giulianova per la realizzazione di due sarcofaghi monumentali destinati ad accogliere le spoglie del musicista e compositore Primo Riccitelli (1875-1941) e del pittore Vincenzo Cermignani (1902-1971), oggi ancora sepolti in anonimi loculi comunali. Al bando comunale si erano presentati anche altri validissimi studi professionali: Hector J. Cavone Felicioni; Andrea Capriotti; Maria Centorame e Vincenzo La Rosa; Angelo Tarea, Emidio Calvarese e lo scultore Nicola Monticelli; Filippo Di Giambattista; Dario Di Francesco e Serafino Piccioni; Edoardo Siniscalchi. Presso il Palazzo “RE”, nel cuore del centro storico della città, Claudio Ruffini, Sindaco di Giulianova; l’Assessore alla Cultura, Francesco Mastromauro e Giovanni Fabbiocchi, Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Teramo, sono intervenuti durante la premiazione. I partecipanti e il vincitore del bando, sono stati premiati da Agnese Riccitelli, nipote del compositore e dall’Avv. Vincenzo Maurini, personale amico e conoscente dell’artista. La commissione giudicatrice era composta da: Francesco Strobbe, Roberto Olivieri e Francesco Tentarelli. “siamo molto contenti di questo premio per il valore simbolico che esso ha – confida il giovane Architetto, Giovanni Vaccarini – da un lato sfata il mito che nessuno è profeta in patria, spero, speriamo che possa essere di buon auspicio. Lavorare per due illustri figli di questa terra – continua Vaccarini – ci onora. Il tema del tumulo funerario ha un fortissimo valore simbolico, ci richiama al ruolo sociale del nostro lavoro.” Il Progettista e capogruppo è stato, l’Architetto, Giovanni Vaccarini, costituito dal Gruppo di progettazione: Sabrina Romani (progetto concorso), Stefania Palanca (progetto concorso); Francesca Di Giannatonio (progetto esecutivo) Timothy D. Brownlee (progetto esecutivo); Collaboratori: Attilio Mauri e Federico Novi. I due sarcofaghi, secondo le intenzioni dei progettisti, rappresentano la metafora della pesantezza della morte che come un “tappo” schiaccia la vita. Sulle superfici saranno impresse i nomi dei due artisti teramani, con i basamenti che racconteranno la vita e le opere. I parallelepipedi in travertino rosso persia avranno impresso lo spartito del “Capitan Fracassa” per Riccitelli e “il veliero” di per Cermignani